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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 1 giugno 2017

55° DOGE - MARINO FALIER (1354 - 1355)


Il ritratto soprastante potrebbe essere non attendibile visto che se andate a visitare il Palazzo Ducale a Venezia troverete al posto dell'effige il drappo qui sotto e saprete il perché alla fine del post.


Alla morte di Andrea Dandolo era talmente scontato che gli succedesse Marino Falier ed il Maggior Consiglio lo avvertì ancora prima dell'elezione mentre si trovava quale ambasciatore presso il Papa Innocenzo VI ad Avignone. La nomina avvenne l'11 settembre 1354 al primo scrutinio con 35 voti a favore e fu subito spedito  alla corte pontificia un notaio seguito da 12 ambasciatori che gli resero poi omaggio a Verona. Marino Falier fece il suo solenne ingresso a Venezia il 5 ottobre sul Bucintoro in un giorno di nebbia tanto che l'imbarcazione attraccò al centro del molo sulla piazzetta ed il corteo dogale dovette passare tra le due colonne di San Marco e San Teodoro, dove venivano eseguite le condanne a morte. Si disse allora che "fo un malissimo augurio".
Tanta sicurezza sulla sua elezione derivava dal fatto che egli aveva una forte personalità, una tempra straordinariamente vigorosa ed un passato quasi frenetico per l'intensa attività che aveva svolto.
Era nato verso il 1285 ma non si sa niente di lui prima dei suoi trent'anni, quando divenne membro del Consiglio dei Dieci e fu incaricato di eliminare il congiurato Baiamonte Tiepolo. Poi fu tutto un susseguirsi di incarichi politici e militari che ricoprì con dignità e fierezza. Veniva considerato un "duro" tanto che arrivò a schiaffeggiare il Vescovo di Treviso che era arrivato in ritardo ad una cerimonia da lui presieduta come podestà. Fu podestà anche a Lesina, Brazza e Serravalle, poi come capitano e bailo a Negroponte, plenipotenziario nella lega con gli Scaligeri e gli Estensi contro Genova, fu più volte "Savio" con diversi incarichi amministrativi ed, infine, valoroso condottiero per terra e per mare con imprese eroiche come, ad esempio, l'assedio di Zara del 1345.
Ricco e di antico casato con molte proprietà sparse un po' dappertutto commerciando anche con il fratello Ordelaf in spezie, frumento, legname, allume e panno. Il re di Boemia l'aveva nominato cavaliere ed era diventato conte e signore di Valmareno. Quindi che divenisse doge a settant'anni era quasi automatico.
Ma ad un uomo del genere poteva bastare questa carica di doge? Era certo dignitosa ma lo sminuiva rispetto al passato ed inoltre con la disfatta di Portolongo, subita da Nicolò Pisani, bisognava venire a patti con Genova. Quindi tutta la sua gloria poteva sparire in caso di pace umiliante con il nemico. Naturalmente, dopo la sconfita, anche i commerci stagnavano ed i veneziani ricchi si lamentavano. Egli diventò quindi fautore di una guerra ad oltranza contro Genova. Scattò così nella sua mente l'idea di una congiura prendendo pretesto da un'offesa recata a sua moglie Alcuina Gradenigo ed a suo nipote da parte di un gruppo di ragazzi-bene.
Era accaduto che i giovani patrizi Michele Steno, Pietro Bollani, Rizzardo Marioni, Moretto Zorzi, Micaletto da Molin e Maffeo Morosini si fossero lasciati andare, nella sala del Consiglio del doge, a "turpi e disoneste" scritte nei confronti della dogaressa e di suo nipote con tanto di disegni osceni. Di questi insulti murali ci è stato tramandato solo un distico:
Marin Falier da la bela moier
Altri la galde e lui la mantien
(Galde = Gode)
Una variante postuma in tre versi appare ancora più esplicita:
Beco Marin Falier della bella moier
La mogier del doxe Falier
Se fa foter per so piaser

I giovani furono condannati a pene abbastanza miti ed il Falier, pur essendo convinto di non essere becco avrebbe meditato di portare alla rovina l'intera aristocrazia che governava la città.
E' una tesi che non tiene perché troppo sproporzionata rispetto alla realtà dei fatti. Il Falier cospirò unicamente per diventare "signore a bacchetta" come si diceva allora in modo da assicurare il dominio della sua famiglia che poteva continuare con il nipote Fantino. Quindi, fidando nelle varie importanti relazioni che aveva in Venezia e fuori città, si decise al grande passo.
Pochi i capi della congiura : Bertuccio Isarello (proprietario di navi), suo suocero Filippo Calendario (tagliapietra e proprietario di barconi da trasporto) e Vendrame (ricco pellicciaio).
Fu fissata la data del 15 aprile 1355 ma, la vigilia, il Vendrame si confidò incautamente ad un amico, il Patrizio Nicolò Lion, dicendo soltanto che durante la notte ci sarebbe stato un grande avvenimento. Quest'ultimo si precipitò dal doge per avvertirlo ma il Falier, facendo parte anche lui della congiura, cercò di minimizzare la cosa. Alla fine, dopo l'insistenza di diversi nobili, fu costretto a convocare il Minor Consiglio e si scoprì tutto con la confessione del Vendrame e la testimonianza di un certo Marco Negro. Sotto la tortura anche Filippo Calendario confessò.
Il 16 aprile il Consiglio dei Dieci con l'aggiunta eccezionale di 20 membri condannò a morte tutti i congiurati (12 in tutto) che vennero impiccati tra le due colonne della piazzetta.
Il 17 aprile fu la volta di Marino Falier, giudicato "per il tradimento da lui tentato contro lo stato del comune di Venezia" e venne condannato ad essere decapitato. Fu spoliato delle insegne dogali ed il boia eseguì il suo dovere sul pianerottolo della scala di pietra dove il Falier aveva giurato la Promissione sul Vangelo. Il boia mostrò alla folla lo spadone insanguinato  gridando: "Vardé tutti, l'è sta fatta giustizia del traditor". Il corpo  trovò, dopo vari spostamenti, una tomba senza stemmi ed iscrizioni al Fondaco dei Turchi.
Il luogo della parete nella sala del Maggior Consiglio che avrebbe dovuto ospitare la sua immagine, fu dipinto di azzurro con la seguente scritta a lettere bianche :

HIC FUIT LOCUS SER MARINI FALETRI
DECAPITATI PRO CRIMINE PRODITIONIS

Dopo l'incendio del Palazzp Ducale, nel 1577, vi fu messo un drappo nero (Vedere all'inizio del post).

MODI DI DIRE

El ga i mustaci de fero
(Ha i baffi di ferro)
Si dice di un tipo energico e risoluto

14 commenti:

  1. Caro Elio, credo che tu sia la prova di un vero veneziano!!! Che conosce la storia dei Doge.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Tomaso, naturalmente non è tutta farina del mio sacco. Ho un libro sui dogi ed integro con le mie conoscenze. Ricambio l'abbraccio ed il sorriso.

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  2. Elio con le storia così raccontata inculchi interesse per Venezia, vi è qualche Storia di Venezia da suggerirmi?
    bravo Elio, un abbraccio.

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    1. Ciao Gingi, le storie su Venezia sono talmente tante che mi civorrebbe tutto un anno per descriverle. Torna indietro sul moi blog e, se ne vuoi una un po' pepata, cerca la storia del ponte di Rialto.
      Ti suggerisco un libro : Sensa péli su la léngua" di Gianfranco Siega - edito da Filippi Editore Venezia -stampato da GRAFICA VENETA S.p.A. via Malcanton, 1 -Trebaseleghe (PD). Spero tu riesca a trovarlo. Buon fine settimana.

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    2. La Storia del Ponte di Rialto, credo di averla letta circa 2 anni fa, mi sbaglio?
      Il libro lo cercherò appena scendo in Sicilia,
      Buona domenica
      Gingi

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    3. Si Gingi, è uno dei miei post di qualche anno fa. A settembre vado a Venezia dove forse mi sarà più facile trovarti il libro. Vedremo. Un abbraccio.

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  3. Piena di curiosità e aneddoti la storia di questo Doge :) Un caro saluto a te, caro Elio :)

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    1. Grazie della visita Maurizio e sono contento che la storia dei dogi ti piaccia. Spero mi seguirai sino al 170°, deposto da Napoleone (lol).
      Buon WE.

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  4. "Chi troppo vuole , nulla stringe" è proprio il caso di dirlo . Questo Doge viene
    descritto come persona coraggiosa e carismatica , che bisogno aveva di vendetta ?
    Credeva che la moglie gli fosse pure fedele...Ha rischiato x vanità e orgoglio...
    e ha perso . Amen . Buon Woche-ende

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    1. Laura, la vendetta era una scusa anche se è vero che la moglie fosse un po' volatile, ma non con il nipote. Lui voleva diventare un dittatore pe rendere ricca la famiglia. Buon WE anche a voi.

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  5. de nouveau à la maison ..j'ai regardé plusieurs de tes billets... mais j'aimais beaucoup les trompe l'oeil.. bises au deux!

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    1. La prochaine fois que vous tous passerez par ici nous vous accompagnerons à voir tous le trompe l'œil de Montpellier. Bise à vous quatre.

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  6. Sempre un piacere leggere questi ritratti storici

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    1. Grazie per la tua assiduità Daniele che cercherò di contraccambiare il più possibile. La storia di Venezia mi ha sempre appassionato e la rivivo attraverso queste pubblicazioni. Buon fine settimana.

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