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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

venerdì 9 febbraio 2018

65° DOGE - FRANCESCO FOSCARI (1423 - 1457) -PRIMA PARTE


Facendo un rapido calcolo noterete che questo doge rimase in carica per ben 34 anni e credo sia il record, anche se, davanti a noi, ne abbiamo ancora 55. Visto tutto quello che successe durante il suo governo mi permetto di dividere in più parti la storia della sua vita.
Ricorderete che Tommaso Mocenigo, nella sua lettera testamento aveva sconsigliato l'elezione di Francesco Foscari, ma i 41 elettori lo scelsero ugualmente, tra i sei concorrenti, a soli 49 anni. Era il maggior esponente del partito dei patrizi, che sosteneva la politica di espansione in Italia. Gli altri cinque erano tutti procuratori come lui, ma non si  tenne conto delle loro rispettive esperienze.
Anche se diceva a tutto il mondo che si presentava solo per vedere se riuscisse ad avere qualche voto, essendo troppo giovane, aveva sempre utilizzato alcuni mezzi (legali) per farsi notare. Da procuratore aveva distribuito denaro ai patrizi poveri per consentire loro di creare una dote alle figlie da maritare. Durante il conclave, in qualità di portinaio degli elettori, si teneva buoni i più anziani aiutandoli a rifare il letto e pregandoli di ricordarsi di lui durante l'elezione. Fu così che, a forza di rifare i letti, fu eletto il 15 aprile del 1423.
Nacque verso il 1374 in Egitto, dove il padre Nicolò era stato esiliato, essendo il fratello del vescovo di Castello caduto in disgrazia della Repubblica. Fu però concesso a Francesco Foscari di venire a Venezia, grazie all'appoggio del ricco finanziere Andrea Priuli che lo prese a benvolere e gli diede in sposa sua figlia Maria. A soli 27 anni entrò nella vita pubblica come membro della Quarantia. Quattro anni dopo era avogadore ed in seguito svolse diverse ambascerie, tra le quali quelle presso il re Sigismondo ed il sultano Maometto II. A quarant'anni ottenne la procuratia e rappresentò la Repubblica, insieme ad altri due nobili, al concilio di Costanza.
Nel frattempo si era arricchito investendo una parte del suo patrimonio in affari commerciali a Rialto e, in seconde nozze, si era sposato con Marina Nani appartenente ad una famiglia benestante. Questa floridezza economica e la sua abilità oratoria gli permisero di acquistare prestigio all'interno del Senato. Aveva anche una notevole forza fisica e come disse di lui Bernardo Giustinian : "Aveva forma ben fatta ed eminente del corpo, la grazia del volto, la maestà, la salute prospera tanto da sembrare per speciale divina volontà adatto al governo della Repubblica ed al peso delle fatiche che doveva sostenere".
Furono infatti 34 anni di guerra più o meno continua interrotta da effimere paci, come aveva previsto il doge "Tommasone". Questa logorante guerra sarebbe costata cara a Venezia su un piano strettamente économico per i tanti mercenari al suo servizio e la perdita, a lungo andare, dei beni nel Levante, a seguito della continua pressione dei Turchi.
La guerra cominciò quando Filippo Maria Visconti mise l'occhio sui castelli veneti che una volta erano di suo padre Giangaleazzo. La Repubblica si rivolse allora al capitano di ventura più prestigioso di allora, Francesco di Bussone detto il Carmagnola (nominato in seguito capitano generale di terra) e si alleò con Firenze già in guerra con i Visconti.
Fu una guerra in quattro fasi.
Una prima si svolse tra il 1426 e la pace di Ferrara del 1428, con la famosa Battaglia di Maclodio (rievocata anche dal Manzoni in un coro del Conte di Carmagnola. Venezia conquistò il Bresciano, il Bergamasco, ed il Cremonese.
Una seconda, dal 1429 al 1433 che non portò sostanziali modifiche del territorio, mentre però i Turchi conquistavano Salonicco malgrado Venezia avesse speso, inutilmente quindi, 700.000 ducati per fortificarla. Nel 1432 scoppiò "l'affare Carmagnola". Creato per meriti di guerra Conte di Chiari, fu sospettato di intese con il Visconti e quindi arrestato, condannato e decapitato per tradimento il 5 maggio.
La terza fase, iniziata nel 1434, vide come capitani al servizio di Venezia Erasmo da Narni detto il Gattamelata e Francesco Sforza mentre i Visconti assoldarono Nicolò Piccinino e Gianfrancesco Gonzaga. Fu ancora un inutile spargimento di sangue che servì solo ad esaltare il coraggio di Brescia che dette prova di "Leonessa" resistendo per tre anni all'assedio del Piccinino. La pace del 1441 a Cremona non fece altro che confermare quella di Ferrara.
Quello stesso anno Francesco Sforza sposò Bianca Maria Visconti, figlia naturale del duca di Milano ma, ciò nonostante, il condottiero si barcamenò in un doppio gioco pericoloso che, alla fine, gli sarebbe stato comunque fruttuoso.
Nella quarta fase della guerra prese nel 1445 il comando generale degli eserciti della lega antiviscontea ma nello stesso tempo intrecciò dei rapporti con Carlo VII di Francia. Il Consiglio dei Dieci decise di arrestarlo ma lui riuscì a scappare mentre si concretizzava la sua fortuna con la morte del suocero nel 1447. Milano si erge a Repubblica, ma serve solo a far sì che Venezia si impadronisca di Lodi, Piacenza, Crema, Caravaggio e la Ghiaradadda. A seguito di questo i milanesi non possono fare altro che dare il comando allo Sforza il quale sconfisse i veneziani a Caravaggio il 15 settembre del 1448; ma in ottobre rivolta la casacca e torna al servizio di Venezia per dare il colpo di grazia alla Repubblica milanese. Nel 1450 divenne così il duca di Milano ma non arriva ad accordarsi con Venezia per Cremona. Quindi da qui parte tutta una serie di alleanze improvvisate e non ben definite che non portano a nulla. La pace viene firmata a Lodi il 9 aprile 1454 e mette fine alle ostilità.

FINE DELLA PRIMA PARTE

MODI DI DIRE

El me ze restà sui comi
(Mi è rimasto sui gomiti)

Si può utilizzare in diverse occasioni. Per esempio quando si è costretti a tenere un oggetto non gradito od un elettromestico comperato e risultato difettoso (A quel tempo non esistevano le garanzie odierne). Si usava anche dirlo quando toccava il compito di accogliere in casa un parente vecchio e bisognoso e che non se ne poteva fare a meno.


12 commenti:

  1. Caro Elio, se si vuole approfondire la storia veneziano basta passare qui da te!!!
    Ciao e buona serata con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Grazie Tomaso, del complimento e della visita. A presto.

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  2. Molto avvincente anche la storia di questo doge in un periodo in cui l'Italia era al centro del mondo

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    1. Carmine, grazie di esser evenuto a trovarmi. Su questo doge dovrò fare almeno altri tre post perché il suo dogado è stato molto lungo. Buona settimana.

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  3. Quasi ricco , di bell'aspetto (dal dipinto non si direbbe)gran oratore ,
    e forse arrivista andando a caccia di voti . Haimè , ne abbiamo uno simile
    anche in Italia...Non mi piace , troppe guerre che portano povertà ,distruzione
    e morti anche tra i civili . Una cosa è difendersi ,ma non x conquistare .
    Good night , to you , Denise and the cats . Laura

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    1. La foto che ho scelto tra le altre si riferisce alla fine del dogado, qundi era già vecchio. Da giovane era più corrispondente alla decrizione. Come tutti noi del resto. Se tu dovessi bedere una mia foto a 45 anni, diresti : "Ma come si è ridotto questo qui" (lol). Alle volte attaccare per primi conviene ma anch'io sono contro tutte le guerre. Buona notte a tutti voi.

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  4. Ritratti sempre molto interessanti, ma questa volta non posso non porre l'accento sul curioso e simpatico modo di dire che hai postato che mi ha fatto sorridere.

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    1. Spero di pubblicarne altri di curiosi e simpatici. Buon proseguimento di settimana.

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  5. Olá meu querido vima apreciar seu post e desejar-lhe muitas outras inspirações.
    beijos
    Joelma

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    1. Grazie Joelma, cercherò di trovare altre ispirazioni sperando che ti piacciano ancora. Buona settimana.

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